Se ne parla ormai da alcuni anni. Con punte di allarme ricorrenti, ma mai costanti, per fortuna. Lo stesso presidente americano Barack Obama ha detto che bisogna tenere alta l’attenzione, ma non ci sono ragioni per non stare sufficientemente tranquilli. Nemmeno gli ultimi casi registrati a Miami Beach alano la soglia di allerta.
Ora però bisogna mettere nel conto che il virus Zika non si limita a causare microcefalia (testa più piccola rispetto al resto del corpo) nei neonati, ma può causare danni simili all’Alzheimer nel lungo periodo anche negli adulti.
E’ quanto è emerso da una ricerca pubblicata sulla rivista ‘Cell Stem Cell’ secondo la quale si è visto che nelle cavie in cui è stato inoculato il virus, le cosiddette “staminali neuronali” (che danno poi vita alle cellule del cervello) vengono colpite. Ciò avviene in quelle aree come l’ippocampo che sono specializzate nell’apprendimento e nella memoria. Secondo il professor Sujan Shresta del ‘La Jolla Institute of Allergy and Immunology’ benché Zika negli adulti non manifesti sintomi gravi nel lungo periodo potrebbe danneggiare le staminali neuronali che vengono conservate in alcune zone del cervello già sviluppato per sostituire i neuroni danneggiati. Questo potrebbe causare – i test sono stati finora limitati ai topi da laboratori – sintomi della demenza tipici dell’Alzheimer.
Giulio Pocecco